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VAIA. Viaggio consapevole dentro un disastro

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Palazzo Ducale - Sala Liguria

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VAIA. Viaggio consapevole dentro un disastro

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VAIA. Viaggio consapevole dentro un disastro
EVENTO TERMINATO
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ORARI
Tutti i giorni, ore 10:00 - 19:00

BIGLIETTI
Ingresso libero

 

Ottobre 2018, Italia del Nord-Est. Una terribile tempesta di vento e acqua rovescia le foreste. Milioni di alberi crollano a terra. È il ciclone Vaia che, andandosene, lascia un paesaggio buio e desolato. L’uomo è ora chiamato a considerare la sua parte di responsabilità.

La riflessione sulla sua opera (prima distruttiva e quindi di ricostruzione) inizia dallo sguardo su quanto accaduto. Uno sguardo inizialmente attonito, e via via più cosciente, sullo scenario che Cicchetti ferma nei suoi scatti.

Il progetto Vaia – che si esprime anche attraverso l’omonimo libro fotografico, arricchito dai testi di Angelo Miotto – nasce con l’intento di accompagnare l’osservatore in un rapporto emotivamente paritetico con la natura devastata dal ciclone. Il fotografo ha scelto di avvicinarsi quanto più possibile ad un rapporto di 1 : 1 tra la Natura e l’osservatore, imponendo, così, la coesione con gli eventi oggi sempre più filtrati dagli schermi degli smartphone o dei computer.

La riflessione sull’opera dell’uomo (prima distruttiva e quindi di ricostruzione) inizia dallo sguardo su quanto accaduto. Uno sguardo inizialmente attonito, e via via più cosciente, sullo scenario che Cicchetti ferma nei suoi scatti, 34 fotografie in bianco e nero, parte delle quali oggi proposte in grandi dimensioni all’attenzione del pubblico che nella visita sarà accompagnato anche dalla suggestiva musica composta e prodotta da allievi e artisti di Ricordi Music School di Milano sotto la guida del producer Giuliano Vozella.

Le immagini ritraggono gli alberi ormai caduti; ma quale grido avrebbero potuto lanciare, un attimo prima della fine? Se già la testimonianza fotografica dà voce a quelle piante, il lavoro va oltre, ed è affidato al giornalista Angelo Miotto il compito di immaginare l’ultimo pensiero di RadiceTorta, Fioretto, FustoDritto, Corteccia, TanaFelice e molti altri cui vuole conferire l’onore di un nome proprio, portando al lettore il loro ultimo messaggio, come in una Spoon River dei nostri boschi.

Mi chiamo Fioretto, perché gli ultimi metri della mia cima sono esili e ondeggiano al vento come se fossi un tiratore di scherma che combatte contro il vento. Quando si placa il soffio riposo, pronto per la prossima sfida. Quei fendenti leggeri ora non sono più, la mia lama è stata spezzata e nessuno potrà più forgiarla di nuovo.Non era lo stesso vento che giocava con me quel giorno, ma un turbine iroso, ho pensato, mentre cedevo di schianto

Alcuni testi sono proposti a corredo delle immagini in mostra. Il progetto è, insieme, un atto di denuncia, un grido fermo contro i soprusi alla Madre Terra, ma anche il riconoscimento dell’immane lavoro che l’uomo – così piccolo rispetto alla maestosità della natura – ha sin dall’inizio compiuto per riparare, pietosamente, come può.

Attraverso la tecnica dello “stitching” è stato possibile realizzare immagini che uniscono fino a 27 scatti, permettendo di stampare fotografie di oltre 4 metri lineari di base ed oltre 2 di altezza, mantenendo un’accuratezza e nitidezza dei dettagli che mettono l’osservatore in grado di apprezzare i più reconditi angoli dei boschi e della natura.

Il visitatore della mostra VAIA – che apre in concomitanza con il Festival della Scienza –  si troverà immerso in un angolo di terra che è a un passo da noi e richiama la nostra attenzione, sentendosi avvolto contemporaneamente da un grido che è richiesta e da una musica poetica, che è fiducia e speranza.

 

Manuel Cicchetti Inizia a scattare fotografie sin da ragazzo. Nei primi anni ‘90 opera in ambito musicale realizzando copertine per BMG, EMI e CNI. Lavora come fotografo di scena. Esegue le scenografie e la regia per I Cantieri d’Arte Internazionali di Montepulciano, Festival Suoni e Visioni, Teatro Regio di Torino, ed altri. Le sue fotografie sono state esposte in musei e gallerie in Italia e all’estero, e scelte da diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato “Monocrome.  Camminando tra le Dolomiti d’Ampezzo”, TMC/Touring Club, 2018 e “Vaia. Viaggio consapevole dentro un disastro”, TMC Books, 2021. www.manuelcicchetti.com

Angelo Miotto Giornalista e scrittore. Scrive saggi, drammaturgie per teatro e opera. Ha lavorato per Radio Popolare, Radio24 e Radio Svizzera Italiana; è stato caporedattore di Peacereporter.net / E-Il Mensile e ha fondato il magazine Q Code. È stato docente al Master di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. È responsabile della comunicazione del Festival dei Diritti Umani di Milano.

Ho Mobile - 200GB a 9,99€
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Ottobre 2018, Italia del Nord-Est. Una terribile tempesta di vento e acqua rovescia le foreste. Milioni di alberi crollano a terra. È il ciclone Vaia che, andandosene, lascia un paesaggio buio e desolato. L’uomo è ora chiamato a considerare la sua parte di responsabilità.

La riflessione sulla sua opera (prima distruttiva e quindi di ricostruzione) inizia dallo sguardo su quanto accaduto. Uno sguardo inizialmente attonito, e via via più cosciente, sullo scenario che Cicchetti ferma nei suoi scatti.

Il progetto Vaia – che si esprime anche attraverso l’omonimo libro fotografico, arricchito dai testi di Angelo Miotto – nasce con l’intento di accompagnare l’osservatore in un rapporto emotivamente paritetico con la natura devastata dal ciclone. Il fotografo ha scelto di avvicinarsi quanto più possibile ad un rapporto di 1 : 1 tra la Natura e l’osservatore, imponendo, così, la coesione con gli eventi oggi sempre più filtrati dagli schermi degli smartphone o dei computer.

La riflessione sull’opera dell’uomo (prima distruttiva e quindi di ricostruzione) inizia dallo sguardo su quanto accaduto. Uno sguardo inizialmente attonito, e via via più cosciente, sullo scenario che Cicchetti ferma nei suoi scatti, 34 fotografie in bianco e nero, parte delle quali oggi proposte in grandi dimensioni all’attenzione del pubblico che nella visita sarà accompagnato anche dalla suggestiva musica composta e prodotta da allievi e artisti di Ricordi Music School di Milano sotto la guida del producer Giuliano Vozella.

Le immagini ritraggono gli alberi ormai caduti; ma quale grido avrebbero potuto lanciare, un attimo prima della fine? Se già la testimonianza fotografica dà voce a quelle piante, il lavoro va oltre, ed è affidato al giornalista Angelo Miotto il compito di immaginare l’ultimo pensiero di RadiceTorta, Fioretto, FustoDritto, Corteccia, TanaFelice e molti altri cui vuole conferire l’onore di un nome proprio, portando al lettore il loro ultimo messaggio, come in una Spoon River dei nostri boschi.

Mi chiamo Fioretto, perché gli ultimi metri della mia cima sono esili e ondeggiano al vento come se fossi un tiratore di scherma che combatte contro il vento. Quando si placa il soffio riposo, pronto per la prossima sfida. Quei fendenti leggeri ora non sono più, la mia lama è stata spezzata e nessuno potrà più forgiarla di nuovo.Non era lo stesso vento che giocava con me quel giorno, ma un turbine iroso, ho pensato, mentre cedevo di schianto

Alcuni testi sono proposti a corredo delle immagini in mostra. Il progetto è, insieme, un atto di denuncia, un grido fermo contro i soprusi alla Madre Terra, ma anche il riconoscimento dell’immane lavoro che l’uomo – così piccolo rispetto alla maestosità della natura – ha sin dall’inizio compiuto per riparare, pietosamente, come può.

Attraverso la tecnica dello “stitching” è stato possibile realizzare immagini che uniscono fino a 27 scatti, permettendo di stampare fotografie di oltre 4 metri lineari di base ed oltre 2 di altezza, mantenendo un’accuratezza e nitidezza dei dettagli che mettono l’osservatore in grado di apprezzare i più reconditi angoli dei boschi e della natura.

Il visitatore della mostra VAIA – che apre in concomitanza con il Festival della Scienza –  si troverà immerso in un angolo di terra che è a un passo da noi e richiama la nostra attenzione, sentendosi avvolto contemporaneamente da un grido che è richiesta e da una musica poetica, che è fiducia e speranza.

 

Manuel Cicchetti Inizia a scattare fotografie sin da ragazzo. Nei primi anni ‘90 opera in ambito musicale realizzando copertine per BMG, EMI e CNI. Lavora come fotografo di scena. Esegue le scenografie e la regia per I Cantieri d’Arte Internazionali di Montepulciano, Festival Suoni e Visioni, Teatro Regio di Torino, ed altri. Le sue fotografie sono state esposte in musei e gallerie in Italia e all’estero, e scelte da diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato “Monocrome.  Camminando tra le Dolomiti d’Ampezzo”, TMC/Touring Club, 2018 e “Vaia. Viaggio consapevole dentro un disastro”, TMC Books, 2021. www.manuelcicchetti.com

Angelo Miotto Giornalista e scrittore. Scrive saggi, drammaturgie per teatro e opera. Ha lavorato per Radio Popolare, Radio24 e Radio Svizzera Italiana; è stato caporedattore di Peacereporter.net / E-Il Mensile e ha fondato il magazine Q Code. È stato docente al Master di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. È responsabile della comunicazione del Festival dei Diritti Umani di Milano.


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