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Anna Valeria Borsari. Da qualche punto incerto

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Museo del Novecento

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EVENTO TERMINATO
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Museo del Novecento
Piazza del Duomo, 8 - Milano

Il Museo del Novecento presenta “Anna Valeria Borsari. Da qualche punto incerto” a cura di Giorgio Zanchetti e Iolanda Ratti con Giulia Kimberly Colombo, una personale di Anna Valeria Borsari che racconta il lavoro dell'artista bolognese dalla fine degli anni Sessanta a oggi: un percorso di continua esplorazione dei temi dell’identità e del rapporto tra realtà e rappresentazione, attraverso la scultura, il medium fotografico, l’installazione e l’intervento nello spazio.

Ispirata ai suoi studi di linguistica e filosofia del linguaggio e nata al di fuori dei circuiti tradizionali, la pratica artistica di Anna Valeria Borsari è il frutto di un costante esercizio di ricerca che parte dalla sua soggettività per entrare in rapporto con l’osservatore e con l’ambiente che circonda l’opera. La sua indagine approda quindi al concetto di luogo: un campo di azione e di relazione che è definito dall’intervento dell’artista ma è a sua volta capace di indirizzarlo verso esiti inaspettati, esponendolo alle influenze di una serie di agenti esterni.

Da qualche punto incerto” mette in evidenza come la sua sperimentazione sia stata anticipatrice di alcune esperienze, come quella della dimensione site-specific, divenute centrali per gli artisti delle generazioni successive, offrendo una panoramica a tutto tondo della pratica concettuale dell'artista.

Una nuova installazione prodotta per l’occasione viene presentata all'interno del percorso espositivo, che segue le principali tematiche e linee di ricerca che Anna Valeria Borsari ha approfondito con coerenza in tutta la sua attività, mostrando un dialogo tra opere distanti per datazione e tecnica, ma concettualmente affini.

Partendo dagli anni Settanta, nella prima sala è evidenziato il passaggio dalle serie fotografiche – con cui l’artista sancisce l’impossibilità di definire la realtà attraverso le immagini – a un campo più ampio di strumenti – pittura, installazioni e interventi site-specific – al limite tra realtà e finzione. Se in questo caso il tentativo è quello di esprimere l’accettazione e l’elaborazione della perdita dell’identità soggettiva nell’altro, il 1977 segna un’ulteriore apertura a contributi e interferenze esterne: il pubblico, spesso inconsapevole di assistere a un gesto artistico, l’ambiente naturale e urbano e gli oggetti quotidiani ricontestualizzati entrano a far parte dell’opera, alterando e talvolta giungendo a cancellare l’intervento stesso dell’artista. In questo ampio campo di possibilità e partecipazione, Borsari rinuncia in un certo senso al ruolo di unica artefice dell’opera: non cerca infatti di dominare completamente energie e situazioni da lei stessa innescate, ma si limita a evidenziarle e raccordarle in un discorso poetico.

Nella Sala degli Archivi vengono ulteriormente declinati i punti nevralgici della sua pratica artistica: la memoria, la trasformazione, la relazione e il luogo. Qui sono poste in dialogo due installazioni per restituire un ritratto più recente dell’artista e della sua posizione nei confronti del pubblico e della società. "Lotteria" è la ricostruzione di un’installazione del 2000, una sorta di autobiografia composta di oggetti e ricordi personali, che nella versione originale veniva dispersa tramite una pesca a premi; un’indagine sulla posizione dell’artista si trova in "Da remoto", il nuovo lavoro concepito per questa mostra. L’esposizione è completata da materiali quali inviti, fotografie e pubblicazioni.

Il Museo del Novecento conferma con questo progetto la propria vocazione nell’ambito della ricerca storico artistica. Grazie a un approfondito lavoro a stretto contatto con l’archivio Borsari, si presenta al grande pubblico la figura di un’artista particolarmente interessante, approfondendo al tempo stesso la complessità del Novecento, in particolare a partire dagli anni Settanta, come culla delle sperimentazioni mediali, dalla pittura alle immagini in movimento.

La notte dell'angelo - Vita scellerata di Caravaggio
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Il Museo del Novecento presenta “Anna Valeria Borsari. Da qualche punto incerto” a cura di Giorgio Zanchetti e Iolanda Ratti con Giulia Kimberly Colombo, una personale di Anna Valeria Borsari che racconta il lavoro dell'artista bolognese dalla fine degli anni Sessanta a oggi: un percorso di continua esplorazione dei temi dell’identità e del rapporto tra realtà e rappresentazione, attraverso la scultura, il medium fotografico, l’installazione e l’intervento nello spazio.

Ispirata ai suoi studi di linguistica e filosofia del linguaggio e nata al di fuori dei circuiti tradizionali, la pratica artistica di Anna Valeria Borsari è il frutto di un costante esercizio di ricerca che parte dalla sua soggettività per entrare in rapporto con l’osservatore e con l’ambiente che circonda l’opera. La sua indagine approda quindi al concetto di luogo: un campo di azione e di relazione che è definito dall’intervento dell’artista ma è a sua volta capace di indirizzarlo verso esiti inaspettati, esponendolo alle influenze di una serie di agenti esterni.

Da qualche punto incerto” mette in evidenza come la sua sperimentazione sia stata anticipatrice di alcune esperienze, come quella della dimensione site-specific, divenute centrali per gli artisti delle generazioni successive, offrendo una panoramica a tutto tondo della pratica concettuale dell'artista.

Una nuova installazione prodotta per l’occasione viene presentata all'interno del percorso espositivo, che segue le principali tematiche e linee di ricerca che Anna Valeria Borsari ha approfondito con coerenza in tutta la sua attività, mostrando un dialogo tra opere distanti per datazione e tecnica, ma concettualmente affini.

Partendo dagli anni Settanta, nella prima sala è evidenziato il passaggio dalle serie fotografiche – con cui l’artista sancisce l’impossibilità di definire la realtà attraverso le immagini – a un campo più ampio di strumenti – pittura, installazioni e interventi site-specific – al limite tra realtà e finzione. Se in questo caso il tentativo è quello di esprimere l’accettazione e l’elaborazione della perdita dell’identità soggettiva nell’altro, il 1977 segna un’ulteriore apertura a contributi e interferenze esterne: il pubblico, spesso inconsapevole di assistere a un gesto artistico, l’ambiente naturale e urbano e gli oggetti quotidiani ricontestualizzati entrano a far parte dell’opera, alterando e talvolta giungendo a cancellare l’intervento stesso dell’artista. In questo ampio campo di possibilità e partecipazione, Borsari rinuncia in un certo senso al ruolo di unica artefice dell’opera: non cerca infatti di dominare completamente energie e situazioni da lei stessa innescate, ma si limita a evidenziarle e raccordarle in un discorso poetico.

Nella Sala degli Archivi vengono ulteriormente declinati i punti nevralgici della sua pratica artistica: la memoria, la trasformazione, la relazione e il luogo. Qui sono poste in dialogo due installazioni per restituire un ritratto più recente dell’artista e della sua posizione nei confronti del pubblico e della società. "Lotteria" è la ricostruzione di un’installazione del 2000, una sorta di autobiografia composta di oggetti e ricordi personali, che nella versione originale veniva dispersa tramite una pesca a premi; un’indagine sulla posizione dell’artista si trova in "Da remoto", il nuovo lavoro concepito per questa mostra. L’esposizione è completata da materiali quali inviti, fotografie e pubblicazioni.

Il Museo del Novecento conferma con questo progetto la propria vocazione nell’ambito della ricerca storico artistica. Grazie a un approfondito lavoro a stretto contatto con l’archivio Borsari, si presenta al grande pubblico la figura di un’artista particolarmente interessante, approfondendo al tempo stesso la complessità del Novecento, in particolare a partire dagli anni Settanta, come culla delle sperimentazioni mediali, dalla pittura alle immagini in movimento.


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