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Festival di Filosofia Ischia e Napoli 2021

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Castello Aragonese d'Ischia

cultura

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Festival di Filosofia Ischia e Napoli 2021
EVENTO TERMINATO
Avvertenze Le informazioni sugli eventi sono soggette a modifiche. Controlla il link di dettaglio dell'evento per gli aggiornamenti più recenti riguardanti prezzi, disponibilità e date.

Il festival di filosofia “La Filosofia, il Castello e la TorreIschia and Naples International Festival of Philosophy” pone quest’anno al centro del dibattito internazionale il tema “Universi. Ci può essere armonia nelle differenze?

In che misura la ricerca e il progresso ci portano a considerare l’universo come un ecosistema che si sta deteriorando? Possiamo operare un reale cambiamento, superando quel nostro scellerato sistema di consumo sfrenato, di cui il pianeta e noi siamo vittime consapevoli?

Le call for papers relative alle iniziative che il Festival propone ogni anno: Summer School of Humanities e Young Thinkers Festival, il Festival che vede i giovani come protagonisti.

La filosofia come scienza, disciplina è vista oggi, nel secolo della tecnologia, come un "affare poco pratico" assoluto, sciolto dalla realtà. Lo stesso filosofo, sebbene abbia rappresentato sin dall’antichità il primo vero ricercatore del connubio causa-effetto, viene considerato dai più come un sognatore, un individuo estraneo alla massa nel modo di pensare, di parlare. Certo è che i filosofi hanno sin dall’antica Grecia, a partire probabilmente da Platone, creato delle realtà di esercizio filosofico, le cosi dette Accademie, separate dalla realtà comune. Eppure Socrate era solito filosofare, conversare nell’agorà, senza operare distinzioni di sorta intellettuale o sociale.
La sua condanna a morte ha disegnato con molta probabilità nell’animo del filosofo una ferita indelebile, un trauma che egli stesso ha voluto rimuovere con forza dalla memoria storica inconscia.
Forse Platone, forte della vicenda affrontata dal suo maestro, ha voluto salvaguardare i filosofi, creando un luogo sicuro onde poter fare filosofia senza essere condannati? Che la condanna di Socrate abbia rappresentato la condanna, in parte, della filosofia pubblica, popolare?
La filosofia resta ancora oggi fuori dalla realtà. Sconosciuta ai più, la figura del filosofo non trova effettivo riscontro, se vogliamo uno sbocco professionale ad hoc, nonostante la pluralità degli approcci educativi e professionali odierni. Quanti sono i giovani che oggi decidono di intraprendere questa strada colma di incertezze? Cosa rappresenta la filosofia come segno culturale nell’attualità?
A cosa serve – se “serve” – ancora la filosofia? Chi è il filosofo? Cosa fa il filosofo?

Per il programma completo, clicca sul link dell'evento.

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Il festival di filosofia “La Filosofia, il Castello e la TorreIschia and Naples International Festival of Philosophy” pone quest’anno al centro del dibattito internazionale il tema “Universi. Ci può essere armonia nelle differenze?

In che misura la ricerca e il progresso ci portano a considerare l’universo come un ecosistema che si sta deteriorando? Possiamo operare un reale cambiamento, superando quel nostro scellerato sistema di consumo sfrenato, di cui il pianeta e noi siamo vittime consapevoli?

Le call for papers relative alle iniziative che il Festival propone ogni anno: Summer School of Humanities e Young Thinkers Festival, il Festival che vede i giovani come protagonisti.

La filosofia come scienza, disciplina è vista oggi, nel secolo della tecnologia, come un "affare poco pratico" assoluto, sciolto dalla realtà. Lo stesso filosofo, sebbene abbia rappresentato sin dall’antichità il primo vero ricercatore del connubio causa-effetto, viene considerato dai più come un sognatore, un individuo estraneo alla massa nel modo di pensare, di parlare. Certo è che i filosofi hanno sin dall’antica Grecia, a partire probabilmente da Platone, creato delle realtà di esercizio filosofico, le cosi dette Accademie, separate dalla realtà comune. Eppure Socrate era solito filosofare, conversare nell’agorà, senza operare distinzioni di sorta intellettuale o sociale.
La sua condanna a morte ha disegnato con molta probabilità nell’animo del filosofo una ferita indelebile, un trauma che egli stesso ha voluto rimuovere con forza dalla memoria storica inconscia.
Forse Platone, forte della vicenda affrontata dal suo maestro, ha voluto salvaguardare i filosofi, creando un luogo sicuro onde poter fare filosofia senza essere condannati? Che la condanna di Socrate abbia rappresentato la condanna, in parte, della filosofia pubblica, popolare?
La filosofia resta ancora oggi fuori dalla realtà. Sconosciuta ai più, la figura del filosofo non trova effettivo riscontro, se vogliamo uno sbocco professionale ad hoc, nonostante la pluralità degli approcci educativi e professionali odierni. Quanti sono i giovani che oggi decidono di intraprendere questa strada colma di incertezze? Cosa rappresenta la filosofia come segno culturale nell’attualità?
A cosa serve – se “serve” – ancora la filosofia? Chi è il filosofo? Cosa fa il filosofo?

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