Andy is back
Avvertenze
Le informazioni sugli eventi sono soggette a modifiche. Controlla il link di dettaglio dell'evento per gli aggiornamenti più recenti riguardanti prezzi, disponibilità e date.- Data
16/04/2022 - 31/07/2022 - Orario
09:30 - 20:30 - Luogo
PAN - Palazzo delle Arti di Napoli - Prezzo
13,50 € - Vai al sito web
Su Andy Warhol al giorno d’oggi è stato detto tutto o quasi; sono stati approfonditi e interpretati molteplici aspetti psicologici in relazione alla sua produzione artistica.
Conosciuto dai più come uno dei padri fondatori della Pop Art, Warhol è stato molto di più: in circa quarant’anni di carriera artistica egli ha saputo innovare con la sua rivoluzionaria semplicità comunicativa, figlia del marketing del secondo ‘900, non soltanto la storia dell’arte, ma anche tutti i campi adiacenti ad essa: dalla moda alla musica, dall’editoria al mondo dello star-system, dalla cinematografia al mondo dell’intrattenimento.
Da questi presupposti nasce l’Andy Warhol dalla parrucca argentata che tutti conosciamo e vediamo nei suoi molteplici aspetti di artista, produttore cinematografico, fondatore del magazine “Interview”, collaboratore e amico delle più importanti star musicali. A questo punto gli stessi vip iniziano a frequentare l’ambiente della Factory per avere un proprio ritratto da lui realizzato, divenuto un vero e proprio status-symbol. Warhol si ritrova allo stesso tempo travolto da una intensa mondanità, una società amplia ma allo stesso tempo circoscritta in ambienti e club elitari, sfarzosi, alla moda come lo Studio 54, il locale del “momento” di New York dove nascono amicizie e opportunità, gestito dagli imprenditori Ian Schrager e Steve Rubell. Sono moltissime le immagini che immortalano nel club un “libero” Andy insieme a Vip e amici come Liza Minnelli, Debbie Harry, Paloma Picasso, Truman Capote, Bianca Jagger, per citarne solo alcuni.
La mostra in questo senso mira a ricostruire in maniera del tutto inedita non soltanto il percorso artistico di Warhol, ma anche tutta l’atmosfera storico-culturale nella quale l’artista ha operato divenendo testimone e protagonista indiscusso del 1900.
L’esposizione comprende circa 130 opere e ambisce a ricostruire il percorso storico-professionale dell’artista in relazione ai numerosissimi settori in cui si è cimentato: quando il giovane Andrew Warhol approda nella dinamica New York City nel 1949 è ancora un perfetto sconosciuto in cerca di una opportunità; inizia così a collaborare con diverse riviste di moda come Glamour svolgendo il ruolo di illustratore di scarpe e accessori e, allo stesso tempo, disegna le copertine di album musicali e libri, inaugurando così la sua carriera come un grande artista commerciale. Gli anni ’60 si apriranno con il tentativo di Andy Warhol di avvicinarsi per la prima volta al mondo della pittura, che dal 1960 al 1964 si troverà completamente spiazzato e rivoluzionato dal suo modus operandi: in mostra saranno presenti numerose opere appartenenti a questo momento storico, uno dei più prolifici dell’artista, a partire dalle prime icone pop, come la Campbell’s Soup, i Flowers e i volti noti del cinema e dello spettacolo come Marilyn Monroe o Liz Taylor.
Nella seconda metà degli anni ’60, dopo aver deciso momentaneamente di abbandonare la pittura, Warhol si dedicherà a tempo pieno al cinema e alla musica, diventando per esempio il manager del gruppo “The Velvet Underground” e dimostrando che un’artista può essere allo stesso tempo anche un abile uomo d’affari. Amplio e “sonoro” spazio sarà dedicato ai rapporti con il mondo musicale: in mostra saranno presenti le più importanti e famose cover firmate, tra cui alcune di intramontabile successo come la celebre “banana sbucciabile” in The Velvet Underground e Nico del 1967 e i mitici “jeans incernierati” in Sticky Fingers dei Rolling Stones nel 1971 integrate con alcune rare chitarre autografate dagli artisti con cui Warhol collaborò.
L’esposizione sarà integrata con le polaroids dall’artista, che fungono come dei veri e propri studi preparatori: se per i maestri della pittura rinascimentale il disegno rappresentava lo studio preparatorio di un quadro, per Warhol sarà la polaroid scattata con la sua macchina fotografica Big Short ad adempiere a questo importantissimo ruolo. Tra le polaroids storiche presenti in mostra: lo studio preparatorio per l’album Sticky Fingers (considerata oggi come la copertina musicale più celebre al mondo), lo studio per l’album Love You Live (con scatti di Mick Jagger e Ron Wood), il ritratto di Grace Jones riprodotto sulla cover del celebre catalogo realizzato da “Taschen”, l’immagine figurante la Principessa Carolina di Monaco utilizzata per realizzare la cover di “Vogue”, oltre ai ritratti di noti, cantanti, modelli e stars, fino ad arrivare, per passare a un altro ambito importantissimo rivoluzionato dall’artista, ai ritratti di tutti i più importanti stilisti del momento: Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino Garavani … Sarà indagato a fondo il rapporto tra la moda e la rivoluzione circa l’utilizzo di nuovi supporti artistici: le T-Shirts, simbolo di un prodotto estremamente pop, diverranno dei supporti al pari di una tela o di una carta, e l’artista le utilizzerà per serigrafarci sopra i volti di personaggi del calibro di Joseph Beuys e Keith Haring o per riprenderci sopra altri suoi celebri soggetti.
ORARI DI APERTURA
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 20.30
sabato, domenica e festivi: dalle ore 9.30 alle 21.00
Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura
Aperto tutti i giorni
Su Andy Warhol al giorno d’oggi è stato detto tutto o quasi; sono stati approfonditi e interpretati molteplici aspetti psicologici in relazione alla sua produzione artistica.
Conosciuto dai più come uno dei padri fondatori della Pop Art, Warhol è stato molto di più: in circa quarant’anni di carriera artistica egli ha saputo innovare con la sua rivoluzionaria semplicità comunicativa, figlia del marketing del secondo ‘900, non soltanto la storia dell’arte, ma anche tutti i campi adiacenti ad essa: dalla moda alla musica, dall’editoria al mondo dello star-system, dalla cinematografia al mondo dell’intrattenimento.
Da questi presupposti nasce l’Andy Warhol dalla parrucca argentata che tutti conosciamo e vediamo nei suoi molteplici aspetti di artista, produttore cinematografico, fondatore del magazine “Interview”, collaboratore e amico delle più importanti star musicali. A questo punto gli stessi vip iniziano a frequentare l’ambiente della Factory per avere un proprio ritratto da lui realizzato, divenuto un vero e proprio status-symbol. Warhol si ritrova allo stesso tempo travolto da una intensa mondanità, una società amplia ma allo stesso tempo circoscritta in ambienti e club elitari, sfarzosi, alla moda come lo Studio 54, il locale del “momento” di New York dove nascono amicizie e opportunità, gestito dagli imprenditori Ian Schrager e Steve Rubell. Sono moltissime le immagini che immortalano nel club un “libero” Andy insieme a Vip e amici come Liza Minnelli, Debbie Harry, Paloma Picasso, Truman Capote, Bianca Jagger, per citarne solo alcuni.
La mostra in questo senso mira a ricostruire in maniera del tutto inedita non soltanto il percorso artistico di Warhol, ma anche tutta l’atmosfera storico-culturale nella quale l’artista ha operato divenendo testimone e protagonista indiscusso del 1900.
L’esposizione comprende circa 130 opere e ambisce a ricostruire il percorso storico-professionale dell’artista in relazione ai numerosissimi settori in cui si è cimentato: quando il giovane Andrew Warhol approda nella dinamica New York City nel 1949 è ancora un perfetto sconosciuto in cerca di una opportunità; inizia così a collaborare con diverse riviste di moda come Glamour svolgendo il ruolo di illustratore di scarpe e accessori e, allo stesso tempo, disegna le copertine di album musicali e libri, inaugurando così la sua carriera come un grande artista commerciale. Gli anni ’60 si apriranno con il tentativo di Andy Warhol di avvicinarsi per la prima volta al mondo della pittura, che dal 1960 al 1964 si troverà completamente spiazzato e rivoluzionato dal suo modus operandi: in mostra saranno presenti numerose opere appartenenti a questo momento storico, uno dei più prolifici dell’artista, a partire dalle prime icone pop, come la Campbell’s Soup, i Flowers e i volti noti del cinema e dello spettacolo come Marilyn Monroe o Liz Taylor.
Nella seconda metà degli anni ’60, dopo aver deciso momentaneamente di abbandonare la pittura, Warhol si dedicherà a tempo pieno al cinema e alla musica, diventando per esempio il manager del gruppo “The Velvet Underground” e dimostrando che un’artista può essere allo stesso tempo anche un abile uomo d’affari. Amplio e “sonoro” spazio sarà dedicato ai rapporti con il mondo musicale: in mostra saranno presenti le più importanti e famose cover firmate, tra cui alcune di intramontabile successo come la celebre “banana sbucciabile” in The Velvet Underground e Nico del 1967 e i mitici “jeans incernierati” in Sticky Fingers dei Rolling Stones nel 1971 integrate con alcune rare chitarre autografate dagli artisti con cui Warhol collaborò.
L’esposizione sarà integrata con le polaroids dall’artista, che fungono come dei veri e propri studi preparatori: se per i maestri della pittura rinascimentale il disegno rappresentava lo studio preparatorio di un quadro, per Warhol sarà la polaroid scattata con la sua macchina fotografica Big Short ad adempiere a questo importantissimo ruolo. Tra le polaroids storiche presenti in mostra: lo studio preparatorio per l’album Sticky Fingers (considerata oggi come la copertina musicale più celebre al mondo), lo studio per l’album Love You Live (con scatti di Mick Jagger e Ron Wood), il ritratto di Grace Jones riprodotto sulla cover del celebre catalogo realizzato da “Taschen”, l’immagine figurante la Principessa Carolina di Monaco utilizzata per realizzare la cover di “Vogue”, oltre ai ritratti di noti, cantanti, modelli e stars, fino ad arrivare, per passare a un altro ambito importantissimo rivoluzionato dall’artista, ai ritratti di tutti i più importanti stilisti del momento: Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino Garavani … Sarà indagato a fondo il rapporto tra la moda e la rivoluzione circa l’utilizzo di nuovi supporti artistici: le T-Shirts, simbolo di un prodotto estremamente pop, diverranno dei supporti al pari di una tela o di una carta, e l’artista le utilizzerà per serigrafarci sopra i volti di personaggi del calibro di Joseph Beuys e Keith Haring o per riprenderci sopra altri suoi celebri soggetti.
ORARI DI APERTURA
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 20.30
sabato, domenica e festivi: dalle ore 9.30 alle 21.00
Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura
Aperto tutti i giorni