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Caravaggio, il maledetto

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Teatro Ghione

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Caravaggio, il maledetto
EVENTO TERMINATO
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Teatro Ghione
Via delle Fornaci, 37, 00165 Roma RM

Caravaggio e quello che probabilmente può essere accaduto. Il fascino delle immagini, dei quadri composti come pronti per prendere vita, l’assoluta concretezza della luce, la forza evocativa dei bui improvvisi, le facce, quelle straordinarie facce impresse da sempre nella memoria. E poi la Roma cinquecentesca e eterna dove le epoche si sovrappongono e si fondono l’una nell’altra, Trastevere, San Luigi dei Francesi, i luoghi deputati che hanno segnato l’arte creativa del pittore, le ombre dei ricordi e gli incubi, l’amore e la morte che lo hanno perseguitato.

Tutto questo è Caravaggio il maledetto, la storia di un artista che ha reso la sua vita arte e ha dato all’arte la vita, sempre in lotta con gli altri e con sé stesso, fino all’ultimo giorno quando, stremato, venne lasciato morire su una spiaggia vicino a Porto Ercole il 18 luglio 1610. Ora, si dice che prima di morire la nostra mente ripercorra i momenti salienti della vita e forse questo sarà accaduto anche a Caravaggio, steso sulle assi di un vecchio letto da pescatore. Chissà quali immagini, quali personaggi sono tornati a fargli visita in quegli istanti di dolore e di sgomento. I dettagli della sua morte ci sono sconosciuti e questo vuoto è il giusto spazio in cui può nascere un’opera teatrale con le sue verità e le sue verosimiglianze. 

In poco più di un’ora di spettacolo, Caravaggio, ormai morente, consumato dalla febbre, parla, racconta, ricorda alcuni frammenti della sua straordinaria esistenza. Sente delle voci, rivede squarci di quella Roma violenta e dissoluta in cui si è affermato, i suoi quadri prendono forma e vita sulle pareti della sua stanza e dai loro angoli più oscuri riemergono personaggi a lui cari, su tutti il Cardinal Dal Monte, il suo committente e protettore e Lena, la prostituta che ha dato il volto alle sue madonne. 

LENA: E come mi ricompenserai?

CARAVAGGIO: Ti metterò sugli altari con la benedizione papale.

LENA: A chi pensi?

CARAVAGGIO:  Ad una Madonna che abbia sangue, vita, seno, collo, cosce, sesso!

LENA: Ad una Madonna che non c’è!

CARAVAGGIO: Ad una Madonna che non è mai stata fatta, ma se c’è stata è stata così!

Con Caravaggio, il maledetto vogliamo riportare alla memoria degli spettatori vicende storiche e personaggi eccezionali, presentarli come persone umane, simili a noi, coinvolte dalle nostre stesse passioni, dai nostri stessi rimorsi per poi ritrovarli, così profondamente concreti e sublimi, nelle tele del pittore lombardo.

LENA:  Tutti ci ritroviamo nella tua mente e nei tuoi pennelli, gente normale, gente semplice, che si incontra per strada, nei mercati, nei lupanari, nelle bettole.

DATE e ORARI

Giovedì 19 gennaio 2023 - ore 20:45
Venerdì 20 gennaio 2023 - ore 20:45
Sabato 21 gennaio 2023 - ore 20:45
Domenica 22 gennaio 2023 - ore 17:00

 

Primo Reggiani, Francesca Valtorta

con Fabrizio Bordignon
in

CARAVAGGIO 
il maledetto

libero adattamento di Ferdinando Ceriani

tratto da “Caravaggio, probabilmente” di Franco Molè

regia di 
Ferdinando Ceriani

 

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Caravaggio e quello che probabilmente può essere accaduto. Il fascino delle immagini, dei quadri composti come pronti per prendere vita, l’assoluta concretezza della luce, la forza evocativa dei bui improvvisi, le facce, quelle straordinarie facce impresse da sempre nella memoria. E poi la Roma cinquecentesca e eterna dove le epoche si sovrappongono e si fondono l’una nell’altra, Trastevere, San Luigi dei Francesi, i luoghi deputati che hanno segnato l’arte creativa del pittore, le ombre dei ricordi e gli incubi, l’amore e la morte che lo hanno perseguitato.

Tutto questo è Caravaggio il maledetto, la storia di un artista che ha reso la sua vita arte e ha dato all’arte la vita, sempre in lotta con gli altri e con sé stesso, fino all’ultimo giorno quando, stremato, venne lasciato morire su una spiaggia vicino a Porto Ercole il 18 luglio 1610. Ora, si dice che prima di morire la nostra mente ripercorra i momenti salienti della vita e forse questo sarà accaduto anche a Caravaggio, steso sulle assi di un vecchio letto da pescatore. Chissà quali immagini, quali personaggi sono tornati a fargli visita in quegli istanti di dolore e di sgomento. I dettagli della sua morte ci sono sconosciuti e questo vuoto è il giusto spazio in cui può nascere un’opera teatrale con le sue verità e le sue verosimiglianze. 

In poco più di un’ora di spettacolo, Caravaggio, ormai morente, consumato dalla febbre, parla, racconta, ricorda alcuni frammenti della sua straordinaria esistenza. Sente delle voci, rivede squarci di quella Roma violenta e dissoluta in cui si è affermato, i suoi quadri prendono forma e vita sulle pareti della sua stanza e dai loro angoli più oscuri riemergono personaggi a lui cari, su tutti il Cardinal Dal Monte, il suo committente e protettore e Lena, la prostituta che ha dato il volto alle sue madonne. 

LENA: E come mi ricompenserai?

CARAVAGGIO: Ti metterò sugli altari con la benedizione papale.

LENA: A chi pensi?

CARAVAGGIO:  Ad una Madonna che abbia sangue, vita, seno, collo, cosce, sesso!

LENA: Ad una Madonna che non c’è!

CARAVAGGIO: Ad una Madonna che non è mai stata fatta, ma se c’è stata è stata così!

Con Caravaggio, il maledetto vogliamo riportare alla memoria degli spettatori vicende storiche e personaggi eccezionali, presentarli come persone umane, simili a noi, coinvolte dalle nostre stesse passioni, dai nostri stessi rimorsi per poi ritrovarli, così profondamente concreti e sublimi, nelle tele del pittore lombardo.

LENA:  Tutti ci ritroviamo nella tua mente e nei tuoi pennelli, gente normale, gente semplice, che si incontra per strada, nei mercati, nei lupanari, nelle bettole.

DATE e ORARI

Giovedì 19 gennaio 2023 - ore 20:45
Venerdì 20 gennaio 2023 - ore 20:45
Sabato 21 gennaio 2023 - ore 20:45
Domenica 22 gennaio 2023 - ore 17:00

 

Primo Reggiani, Francesca Valtorta

con Fabrizio Bordignon
in

CARAVAGGIO 
il maledetto

libero adattamento di Ferdinando Ceriani

tratto da “Caravaggio, probabilmente” di Franco Molè

regia di 
Ferdinando Ceriani

 


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