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Palazzo Abatellis

Galleria Regionale della Sicilia

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Palazzo Abatellis

Galleria Regionale della Sicilia


Palazzo Abatellis

Palazzo Abatellis (anche detto Palazzo Patella) è un antico palazzo nobiliare situato a Palermo in via Alloro, arteria principale del quartiere della Kalsa. È sede dal 1954 della Galleria Regionale della Sicilia.

Il palazzo del 1495, opera di Matteo Carnilivari all'epoca attivo a Palermo in cui attendeva ai lavori di palazzo Ajutamicristo, e splendido esempio d'architettura gotico-catalana, era la residenza di Francesco Abatellis (Patella o Albatelli o Abbatelli, corrotto in Abatellis), maestro Portolano del Regno.

Finita la guerra si decise di provvedere al suo restauro e di trasformare il palazzo in "Galleria d'Arte per le collezioni d'arte medievale". Prima di questa sede le opere facevano parte della Pinacoteca della Regia Università e, dal 1866 in poi, delle collezioni del museo archeologico regionale «Antonio Salinas».

La Soprintendenza ai Monumenti affidò quindi all'architetto Mario Guiotto e successivamente all'architetto Armando Dillon i lavori di consolidamento e di restauro. Furono tolte le superfetazioni e furono ricostruiti il portico, la loggia e il salone centrale di cui era crollato il soffitto. Questi lavori furono ultimati a metà 1953 e fu allora chiamato Carlo Scarpa per curare l'allestimento e l'arredamento della Galleria che venne aperta al pubblico il 23 giugno del 1954. Scarpa realizzò anche diversi adattamenti di questi restauri per le necessità dell'allestimento.

Nel 1977 le competenze dei beni culturali passarono alla Regione Siciliana e la Galleria divenne regionale.

ESTERNO

Edificio a pianta rettangolare con cortile interno, costruito con pietre d'intaglio e torre angolare, si sviluppa su due livelli raccordato da due scale scoperte che si fronteggiano e da un magnifico loggiato a due ordini con archi a sesto ribassato al piano terra e archi a tutto sesto al piano superiore.

Il portale d'ingresso, sebbene maestoso e lineare, incastonato tra le due torri merlate che spiccano dalla rigorosa costruzione, è delimitato da una cornice in pietra sormontata al centro da stemmi recanti le armi della famiglia Patella - Abatellis. Il prospetto principale al piano nobile è decorato da raffinate trifore.

LE SALE ESPOSITIVE

Nelle sale della galleria hanno trovato posto le opere provenienti da acquisizioni, donazioni e anche degli incameramenti dei beni degli enti religiosi soppressi nel 1866.

Al piano terra si trovano, fra i tanti manufatti tutti d'altissimo livello qualitativo: le opere lignee ad intaglio del XII secolo e le sculture del Trecento e del Quattrocento fra cui alcune di Antonello Gagini come l'Annunciazione e Ritratto di giovinetto, di Domenico Gagini come la Madonna del latte, le maioliche dipinte a lustro metallico dei secoli XIV e XVII, il Busto di gentildonna di Francesco Laurana (XV secolo) conosciuta come Eleonora d'Aragona, di forme elette e di plastica sodezza e le tavole dipinte di soffitti lignei.

Nella sala II, si trova lo straordinario grande affresco del Trionfo della Morte (databile con ogni probabilità agli anni 1445 e seguenti), proveniente da Palazzo Sclafani è esposto nella ex-cappella con una illuminazione dall'alto di grande impatto visivo. La morte, su un cavallo scheletrico, irrompe in un giardino e semina scompiglio con frecce letali tra giovani gaudenti e nobili donzelle, dopo aver seminato le gerarchie terrene, laici e religiosi, papi e imperatori, i cui corpi ormai giacciono esanimi, risparmiando quasi per beffa il gruppo di miserabili e derelitti che pure la invoca.

Al primo piano l'opera di maggior rilievo è, senza dubbio, l'Annunziata di Antonello da Messina (XV secolo). Opera di assolutezza formale, considerata un'autentica "icona" del rinascimento italiano, è collocata nella sala X conosciuta come sala dell'Antonello. La Vergine è colta nell'istante supremo dell'Annunciazione (l'angelo le sta di fronte ma è invisibile). Il gesto della mano, il trapezio del manto, la politezza delle forme e lo sguardo magnetico, esaltano la figura restituendole una astratta bellezza. Nella stessa sala, a fianco ad essa sono collocate altre opere di Antonello: le tavole con le immagini di tre Dottori della Chiesa che costituivano le cuspidi di un polittico andato disperso.

Prima di accedere alla sala dedicata ad Antonello, nel percorso espositivo del piano nobile della Galleria Regionale si possono ammirare l'"Ultima Cena" del pittore catalano Jaume Serra, il "Salone delle croci", dove trovano posto la croce dipinta da Pietro Ruzzolone e quella del Maestro di Galatina e la collezione della pinacoteca di provenienza per la maggior parte da chiese e dai conventi della città, con opere quali la Madonna dell'Umiltà di Bartolomeo Camulio (sala VII) l'Incoronazione della Vergine di Riccardo Quartararo (sala XI) e i dipinti cinquecenteschi di Antonello Crescenzio.

La Sala XIII accoglie una serie pregevolissima di dipinti fiamminghi databili fra il XV e XVI secolo, la perla della raccolta è sicuramente il Trittico Malvagna di Jan Gossaert. Si tratta di un'opera miniaturista dove sono rappresentate una Madonna col bambino tra angeli, Santa Caterina d'Alessandria e Santa Dorotea, mentre sul retro del pannello si trova lo stemma della famiglia dei Lanza. Altro capolavoro della sala fiamminga è la Deposizione di Jan Provost.

Nelle ultime sale (XV, XVI e XVII) di questo piano sono esposti dipinti di Vincenzo da Pavia, Jacopo Palma il vecchio, le tele a carattere mitologico quali Andromeda liberata da Perseo del Cavalier d'Arpino e Venere ed Adone di Francesco Albani e le opere più significative del Manierismo di marca Michelangiolesca, con dipinti di Giorgio Vasari (La caduta della manna, in due parti), Girolamo Muziano e Marco Pino.

I nuovi spazi museali (sala verde e sala rossa) si snodano su due piani, presentano una significativa raccolta del tardo manierismo siciliano, della pittura seicentesca e del realismo. La sala verde illustra opere del tardo manierismo di impronta controriformista, attraverso la produzione di artisti siciliani attivi a cavallo fra il cinquecento e il seicento: Giuseppe d'Alvino, Gaspare Bazzano e Pietro D'Asaro. Fra le altre opere più significative vanno citate San Francesco e l'Estasi di Santa Caterina di Filippo Paladini.

A concludere il percorso espositivo della sala verde, un capolavoro dell'oreficeria Palermitana del '600, la Sfera d'Oro, grande ostensorio in oro, argento dorato, smalti e diamanti, proveniente dalla Casa dei padri Filippini all'Olivella.

Nella sala rossa, al termine del percorso museale, assume grande rilevanza la componente Caravaggesca, con il francese Simon Vouet autore di Sant'Agata in carcere visitata da san Pietro, e con Amore dormiente del napoletano Battistello Caracciolo, ma anche una buona copia di ignoto, autore della Cena in Emmaus del Caravaggio, versione National Gallery di Londra.

Le opere principali di questa sala sono le tele di Antoon van Dyck: "Santa Rosalia incoronata dagli angeli", la "Madonna col bambino" e il "Compianto" a lui attribuito. Il pittore fiammingo che trovandosi a Palermo nei giorni terribili della pestilenza del 1624, propose una nuova iconografia e sicuramente influenzò nei decenni successivi l'opera di Pietro Novelli di cui citiamo i pregevolissimi Mosè, l'Incoronazione di San Casimiro, San Pietro liberato dal carcere e la splendida pala d'altare denominata Comunione di Santa Maria Maddalena.

A seguire nella stessa sala, gli sviluppi della cultura figurativa del Seicento, fra le opere più importanti annoveriamo: tra gli stranieri, le tele del fiammingo Mathias Stomer e dello spagnolo Josepe Ribera detto lo "Spagnoletto", mentre fra gli italiani tele di rara bellezza sono La Maddalena di Andrea Vaccaro, il Tormento di Tycius di Cesare Fracanzano. La chiusura del percorso espositivo, è dedicata alla linea più marcatamente barocca che si dipana attraverso i dipinti di Mattia Preti, Agostino Scilla e Luca Giordano.

Fonte: Wikipedia

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