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Arco di Tito

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Arco di Tito


Arco di Tito

L'arco di Tito è un arco trionfale fornice (ossia con una sola arcata), posto sulle pendici settentrionali del Palatino, nella parte orientale del Foro di Roma. Capolavoro dell'arte romana, si tratta del monumento-simbolo dell'epoca flavia, grazie alle sostanziali innovazioni sia in campo architettonico-strutturale, sia in campo artistico-scultoreo.

L'iscrizione sull'attico (lato ovest, verso il Foro) reca la dedica del monumento da parte del Senato all'imperatore Tito (nato nel 39, imperatore dal 79 all'81), menzionato come "divus" e dunque posteriore alla sua morte e divinizzazione nell'anno 81. Entro il 90 doveva essere concluso.

«Il senato e il popolo romano
al Divo Tito Vespasiano Augusto,
figlio del Divo Vespasiano.»

L'arco è stato eretto a memoria della guerra giudaica combattuta da Tito in Galilea. Nel 69, l'anno dei quattro imperatori, Vespasiano rientrò a Roma per reclamare il trono, lasciando Tito in Giudea a porre fine alla rivolta, cosa che Tito fece l'anno successivo: Gerusalemme fu saccheggiata, il Tempio fu distrutto. Nel ricco bottino era compreso il candelabro a sette braccia e le trombe d'argento. Gran parte della popolazione fu uccisa o costretta a fuggire dalla città. Al suo ritorno a Roma nel 71 fu accolto in trionfo.

Nel Medioevo l'arco venne incorporato nella fortezza dei Frangipane ed è rappresentato in numerose stampe coronato da una merlatura in mattoni. A partire dal XVI secolo, sotto il pontificato di Paolo II e di Sisto IV, vennero effettuati i primi restauri all'arco che consistettero nella demolizione di alcuni edifici sul lato sud e nella realizzazione di un contrafforte. Successivamente l'arco fu inglobato nelle strutture del convento di Santa Francesca Romana (un tempo Santa Maria Nova) e solo nel 1812-24 ebbe inizio l'intervento di liberazione vero e proprio già citato.

Tra il 1821 e il 1823 l’arco di Tito fu smontato pezzo per pezzo per liberarlo dai palazzi medievali in cui era intrappolato e ricostruito nella sua forma attuale. I restauri del 1823 per mano di Raffaele Stern e Giuseppe Valadier, ricordati dall'iscrizione di papa Pio VII sul lato ovest (verso il Foro) dell'attico, portarono alla liberazione dell'arco dalla struttura medievale. Ulteriori lavori realizzati nel 1901-02, consistenti nell'abbassamento del livello stradale, ne misero in luce le fondazioni.

Un altro arco di Tito, oggi scomparso si trovava nel Circo Massimo. I resti dell'arco di Tito sono stati ritrovati nel maggio 2015 al Circo Massimo, l'ampiezza dell'arco è stata calcolata in circa 17 metri, per una profondità di circa 15, mentre le colonne dovevano sviluppare un'altezza di oltre 10 metri. Un monumento che, nel complesso più piccolo di quello di Settimio Severo sulla Via Sacra, doveva impressionare non poco, per magnificenza e ricchezza di decorazioni, i visitatori che entravano in Roma dalla Via Appia attraverso la vicina Porta Capena.

Fonte: Wikipedia

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