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Santuario di Santa Maria della Vita

Chiese

Santuario di Santa Maria della Vita


Santuario di Santa Maria della Vita

Il santuario di Santa Maria della Vita si trova in via Clavature n. 10, nel centro storico di Bologna, a pochi passi da piazza Maggiore.

Di antica fondazione, venne ricostruito nel 1687-1690 da Giovanni Battista Bergonzoni, che impostò la pianta centrale ellittica,dotata un secolo dopo di cupola issata a 52 metri, facendone così una delle chiese più alte di Bologna, disegnata da Antonio Galli da Bibbiena e realizzata da Giuseppe Tubertini (1787), su probabile progetto del Terribilia.

Attualmente, è proprietà dell'Azienda AUSL di Bologna.

INTERNO
La chiesa è soprattutto nota per conservare il gruppo fittile del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell'Arca, capolavoro della scultura quattrocentesca di ineguagliata forza drammatica. Esso, composto da sei figure a grandezza naturale più il Cristo giacente, risale al 1463 ed è attualmente collocato nella cappella a destra dell'altare maggiore.

Si segnalano anche, nella cupola, Le quattro Sibille: Cumana, Frisia, Eritrea e Persica, opera dello scultore forlivese Luigi Acquisti.

A lato dell'altare, in "cornu Epistolae" si trova il bellissimo organo costruito da Giuseppe Guermandi nel 1867 (con materiale fonico di Paolo o Giuliano Cipri del 1578, Francesco e Domenico Traeri del 1698) e restaurato dalla ditta F.lli Ruffatti di Padova nel 1996, oltre a sculture di Francesco Tadolini.

ESTERNO
La facciata restò incompiuta sino agli inizi del novecento e fu eretta nel 1905 su disegno dell'ing. Luigi Leonida Bertolazzi grazie al lascito testamentario del 1892 del sacerdote e tipografo don Raffaele Mareggiani (1832-1899) il quale volle destinare i suoi averi alla costruzione della facciata della chiesa e di quella dell'Ospedale Maggiore (anch'esso progetto di Bertolazzi nell'originaria collocazione in via Riva di Reno). La realizzazione è costituita da laterizio stuccato ed arricchita da dettagli decorativi quali cornici e capitelli in cemento. Nella parte superiore è presente un frontone triangolare contenente l'emblema della confraternita, raffigurante la croce latina a due bracci con flagelli appesi ai lati, eretta sui tre monti del Calvario. Nella parte inferiore, nelle due nicchie aperte ai lati dell'ingresso, furono poste sempre nel 1905 le due sculture dei beati Riniero de' Barcobini Fasani (a destra) e Bonaparte Ghisilieri (a sinistra), scolpite da Tullo Golfarelli due anni prima, a ricordo dell'origine della compagnia e del successivo ospedale.

L'ORATORIO DEI BATTUTI
Nell'annesso oratorio al piano superiore, detto "dei battuti", opera di Floriano Ambrosini (1617), si trovano una Madonna col Bambino e santi del Nosadella (1550 circa) su di un bellissimo altare barocco e, sul lato opposto, un coinvolgente Transito della Madonna, gruppo di quattordici statue in terracotta di Alfonso Lombardi (1522), che illustra un inconsueto brano tratto dai vangeli apocrifi. Sulle pareti laterali, nicchie contenenti sculture di Alessandro Algardi (San Procolo, San Petronio) e di Giulio Cesare Conventi (San Francesco, San Domenico) alternate a tele di vari autori, tra le quali spicca Il Beato Riniero con una processione visita il corpo di San Geminiano Vescovo di Modena, dipinto giovanile di Antonio Randa (1626-1627). Il movimento dei Disciplinati, anche detti Battuti o Flagellanti, era sorto a Perugia nel 1260 su iniziativa del laico Raniero Fasani e velocemente si propagò da una città all’altra, sorretto dalla volontà popolare e promosso da processioni di fedeli flagellanti. A Bologna entrò il 10 ottobre con un corteo che muoveva da Imola e, pochi giorni dopo, il 19, furono i bolognesi stessi a portare nel duomo di Modena la novità di questo moto religioso. La presenza del beato Raniero a questi eventi in terra emiliana, non sorretta da evidenze storiche, fu stabilita nel XIV secolo quando la confraternita bolognese decise di costruire una versione credibile per dar valore storico alla propria fondazione. I testi che descrivono la città di Bologna, a partire dalla Bologna perlustrata del Masini, non mancano di descrivere la scena raffigurata in questo e negli altri dipinti esposti nell’Oratorio di Santa Maria della Vita, sede storica della compagnia che presto si volse all’assistenza degli infermi.

Annesso all'oratorio e alla chiesa si trova un piccolo museo dedicato alla Sanità bolognese.

COME ARRIVARE

Fermata Rizzoli 11 A-B-C, 13, 14 A-B-C, 19, 25, 29, 30.
Fermata Archiginnasio NAVETTA A (da Parcheggio Tanari).

Fonte: Wikipedia

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